Intervista a Fuensanta Nieto e Enrique Sobejano, soci fondatori di Nieto Sobejano Arquitectos, L.S.
1) L’inizio secolo passerá alla storia come quello del web 2.0, delle manifestazioni organizzate attraverso la rete, di eventi che coinvolgono attivamente le persone, sempre meno disposte ad accettare passivamente decisioni calate dall’alto. Lo sviluppo delle cittá e le modifiche del paesaggio risultano coinvolte nello stesso scenario, in cui il desiderio dell’utenza finale assume crescente importanza.
In che modo la figura dell’architetto dovrebbe porsi rispetto a queste prospettive?
I cambiamenti nel modo di comunicare, attraverso i nuovi social network, internet, tv blogs influenzano fortemente il comportamento delle persone e, necessariamente, il loro modo di relazionarsi con architettura, città e paesaggio. Questo aspetto può, per moltissimi aspetti, essere positivo ma occorre domandarsi sino a che a punto l’architettura risulta esserne condizionata.
Senza dubbio, un fattore nel lavoro dell’architetto é cambiato: il tempo dell’informazione é inusitatamente rapido, l’informazione arriva online, le immagini vengono consumate in pubblicazioni, e web, le nuove tecnologie hanno consentito l’esplorazione di geometrie spaziali complesse.
Paradossalmente però, le capacità realizzative dell’industria delle costruzioni non sono rimaste al passo delle potenzialità di sviluppo di nuove forme e strutture, generando una frattura sempre più ampia tra il disegno e la realtà che costruisce le nostre città.
D’altra parte, i tempi di realizzazione di un progetto si sono ridotti considerevolmente grazie alla disponibilità dei nuovi mezzi informatici, nonostante questo i tempi di realizzazione delle opere sono fortunatamente ancora lenti: i nostri progetti vengono sviluppati e realizzati in una media di cinque anni dall’idea iniziale alla realizzazione consentendoci di riflettere e pensare al progetto durante il suo sviluppo.
L’architettura ha bisogno di tempo, l’irruzione dei nuovi mezzi non deve portarci a perdere questo fattore indispensabile per la qualità.
2) Turismo, capacità di carico, speculazione, fragilità ambientale, climate change… Sono tanti i fattori che incidono sugli equilibri dei territori costieri. Quali strategie i progettisti possono proporre in un ambiente così delicato e complesso?
In prima istanza le amministrazioni dovrebbero porre dei limiti alle nuove costruzioni, nonostante le difficoltà cui possono andare incontro date dal fatto che l’edilizia trae benefici economici immediati per la cittadinanza e problemi ambientali a medio e lungo termine.
La presa di coscienza del valore della protezione di un paesaggio come quello della Sardegna o della Spagna é un lavoro di educazione al quale tutti dobbiamo collaborare.
Purtroppo c’è sempre qualche architetto disposto a costruire ciò che un committente gli incarica, senza alcun senso critico, anche quando si mette a repentaglio il difficile equilibrio tra investimento e protezione del territorio.
3) La Sardegna ha recentemente proposto strategie che hanno posto il paesaggio al centro dell’azione di pianificazione. Qual è il vostro parere a riguardo? Quali pensate siano gli strumenti per affrontare la problematiche e le criticità del governo del territorio ?
Non siamo bene al corrente del problema della Sardegna ma conosciamo il mal costume di situazioni simili in Spagna. Secondo la nostra opinione la maggior parte dei problemi si producono per la scala inadeguata delle costruzioni nel paesaggio. Non crediamo che esista miglior strategia per gli architetti che saper gestire la scala dei propri interventi. La scala di un intervento nella costa, o in un contesto paesaggistico di valore é più dannosa di una brutta architettura.
4) “Affermiamo che l’architettura ha un valore POLITICO e crediamo che debba riscoprirne la sua dimensione ETICA” quale pensate debba essere il ruolo della politica nei confronti dell’architettura oggi.
Negli ultimi tempi la dimensione politica e etica dell’architettura é stata sostituita, ogni giorno di piú, da quella economica e speculativa. Insistiamo nel sottolineare nuovamente l’importanza dell’amministrazione pubblica nella restituzione di questi valori.
In Spagna, da un lato sono derivati gravi danni urbanistici dovuti all’iniziativa privata nelle coste e nelle città, ma dall’altro sono state realizzate opere architettoniche importanti e riconosciute negli ultimi anni. Questi risultati sono dovuti a leggi che obbligano che ogni edificio pubblico: scuole, ospedali, musei, auditori, residenza sociale, parchi ecc.. debba essere aggiudicato attraverso concorsi pubblici con una giuria composta da architetti. Solo privilegiando la qualità rispetto alla convenienza economica é possibile recuperare i valori a cui vi riferite.
5) Nel vostro modo di intendere l’architettura in quale dei concetti espressi dal nostro manifesto vi sentite più rappresentati? Perchè?
Per noi, il lavoro dell’architetto consiste essenzialmente nel creare relazioni: stabilire connessioni tra necessità, luoghi, programmi, paesaggi, tecniche e la nostra memoria e esperienza.
La sostenibilità dell’architettura, oggi tanto elogiata, non risiede in tecnologie aggiunte o nei pannelli solari, ma nell’equilibrio e la scala adeguata di qualsiasi intervento nel suo contesto.
Fuensanta Nieto
Enrique Sobejano
Nieto Sobejano Arquitectos