Festarch

Il mio consiglio più importante: quando fate architettura fate il meno rumore possibile. Ciò si ottiene con l’attenzione e la pazienza, senza dimenticare mai che l’architettura è un lavoro. Regola principale per chi si mette a progettare, fare silenzio attorno per essere più attenti, e capaci di vedere piccolo: tra le cose.

Vittorio Gregotti

Vista dell’esterno è davvero impressionante la vitalità dell’ architettura in Sardegna. Sempre più sovente all’interno delle discussioni degli esperti dei vari campi legati all’architettura appare, per un motivo o per un altro, il nome della nostra isola, declinato nei vari idiomi (segno di un interesse internazionale da sempre presente per la nostra Sardinia, Cerdeña, Sardaigne, Sardinien, Sardigna o Serdanya che dir si voglia). Per il turismo, grande vocazione dell’isola, questo è un bene, soprattutto per quel turismo cosiddetto di “alto livello” che oggi tutti anelano a catturare.

Sfogliando le riviste patinate alcune delle acclarate grandi firme dell’architettura contemporanea si ritrovano implicate in questioni legate alla Sardegna, dai progetti Paulo Mendes da Rocha e Zaha Hadid, passando per gli interventi di Herzog & de Meuron e Rem Koolhaas, solo per citare le “griffe” consacrate dal Pritzker nel corso degli ultimi10 anni. In un isola in cui la storia della costruzione ha un peso decisamente importante da 4mila anni, ma in cui l’attenzione dell’architettura da mass media è stata storicamente poco presente.

Nelle aule delle facoltà di urbanistica e paesaggismo si dibatte, a torto e a ragione e non senza qualche confusione in merito, sulla “law Soru” quale caso limite e visionario della protezione ambientale.

Negli studi degli addetti ai lavori e tra gli studenti si torna a parlare del festival di Architettura giunto alla seconda edizione e nelle Facoltà di Cagliari e Alghero fervono i preparativi per l’evento fortemente sponsorizzato dai sui organizzatori.

Per un giovane architetto è davvero impressionante (inquietante?) vedere come tutto d’un tratto gli Architetti con la A maiuscola e l’accento internazionale, che prima erano solo delle lontanissime e quasi inarrivabili chimere, oggi sono alla portata di mano di studenti e professionisti locali, con il loro bagaglio di esperienze e le loro opere.

Come dire: siamo in un momento in cui, nel bene e nel male, siamo nel mezzo di un rumoroso interessante dibattito internazionale che ha la Sardegna come leitmotiv.

Il motivo che ci ha spinto a creare questo blog è la convinzione che il confronto delle idee e dei punti di vista è oggi una delle più efficaci chiavi di lettura della complessità di questo mondo liquido in cui viviamo. Nella nostra professione in particolare è importante riuscire a trovare soluzioni valide e condivise partendo dalla partecipazione e dalla considerazione di opinioni differenti. Per questo ci proponiamo di fare attenzione a quello che sta avvenendo alla architettura contemporanea e alla Sardegna, impegnandoci a veder il “piccolo” che si nasconde tra le cose, con l’aiuto di quanti più osservatori possibili, ma senza distogliere lo sguardo dai più evidenti cambiamenti che la società contemporanea sta vivendo.

A persone abituate a interrogarsi su quello che gli capita intorno e soprattutto alle possibili cause e conseguenze di ogni azione, la domanda che si pone è perchè sta accadendo tutto ciò ora? Come è possibile che tutto d’un tratto l’attenzione dei media e dell'”Olimpo” della architettura sia diventata così pregnante nei confronti della nostra isola? Quali interessi la guidano e quali vantaggi la nostra isola può ricavarne? E soprattutto, come fare in modo che così rapidamente come è arrivata, non ritorni ad essere una lontana chimera, senza aver lasciato qualcosa di valido?

Parafrasando accorate parole di Young Joon Kim sulla situazione della architettura in Corea del sud, trasponendola alla nostra situazione è come se stessimo importando preziosissime (e costosissime) bottiglie di un vino pregiato, ma se non ci sforziamo di capire e studiare il gusto, l’aroma e la tecnica di fermentazione che rendono questo vino così speciale rischiamo di restare con in mano solo con bottiglie vuote una volta passata l’ubriacatura di questi giorni.

Siamo qua per cercare di capire, di ragionare tutti insieme su cosa stia capitando alla nostra isola, con uno sguardo curioso, talvolta ingenuo ma sempre sincero su ciò che l’architettura e la Sardegna ci offrono.

E non è un caso che questo blog nasca in concomitanza con il FESTARCH 2008 sul turismo planetario, perché sarà una grande fucina di temi di riflessione e discussione, e come prima sfida proponiamo quella di confrontarci sulle idee e sulle sensazioni che questi 3 giorni di grande euforia architettonica ci susciteranno.

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