Intervento di edilizia sociale presso la Malagueira – Evora (Portogallo)

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PIANO CASA

fotomontaggio san gimignano

Di fronte alla crisi il “fai da te” sembra essere l’unica alternativa e così il cittadino italiano si rimbocca le maniche e cerca di risparmiare sul superfluo per uscire indenne dalla grande crisi internazionale che non ha risparmiato nessun paese, nemmeno l’Italia. Questo però può avere danni molto gravi sull’economia nazionale, come aveva già fatto notare il nostro presidente del consiglio che ci invitava a spendere … ma non tutti i “fai da te” sono nocivi per la nostra economia: se tutti ci armiamo di cazzuola e paletta e incominciamo a chiudere i nostri balconi per ricavarci una bella stanza saremo capaci di rilanciare l’economia che arranca! Di questo ne è convinto il nostro governo nazionale, che ha messo a punto dei provvedimenti coraggiosi e rivoluzionari, dei nuovi strumenti urbanistici per un’edilizia più elastica. Sono infatti in arrivo dal Governo misure che si affiancano al ‘Piano Casa’ per consentire l’aumento delle cubature con un allentamento dei vincoli burocratici.

Secondo il Presidente Berlusconi e il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli questo provvedimento avrà effetti straordinari: si tratta di una riforma dell’edilizia, grazie alla quale le abitazioni potranno essere ampliate con nuove stanze e servizi senza abusi, dal momento che le realizzazioni saranno effettuate in aderenza e continuazione di case esistenti, quindi previste dal piano regolatore.

Ma in cosa consiste nel dettaglio questo rivoluzionario Piano Casa?

Costruzione di 5.000 nuovi alloggi

L’obiettivo è di costruire cinquemila nuove alloggi popolari, un intervento che interesserebbe fino a 6.000 abitazioni se si considerano anche gli interventi di ricostruzione.

Ampliamento di case

Le abitazioni private potranno essere ampliate fino a un massimo del 20% del volume esistente; per tutte le altre tipologie di edifici la soglia del 20% è in riferimento invece alla superficie coperta. Il provvedimento prevede anche la possibilità di realizzare un edificio separato nel caso in cui non sia materialmente o giuridicamente possibile realizzarlo in contiguità con il fabbricato esistente.

Sconti sul fisco

I Comuni potranno scegliere di ridurre il contributo di costruzione previsto per l’ampliamento del 20%. Sconto che salirebbe al 60% nel caso di prima abitazione. Si potrebbe addirittura arrivare all’esonero del contributo nel caso di uso di bioedilizia.

Demolizioni e ricostruzioni

Gli edifici realizzati anteriormente al 1989 che non siano adeguati agli standard qualitativi e che non siano sottoposti al vincolo di conservazione possono essere abbattuti e ricostruiti con un aumento della cubatura fino al 30%. Se si utilizzano tecniche di bioedilizia il tetto salirebbe al 35%.

Il certificato di conformità

Il decreto di legge abolisce il permesso di costruire (ex concessione edilizia) rilasciato dal Comune e lo sostituisce con una certificazione di conformità firmata dal progettista al quale il proprietario della casa affida i lavori di ampliamento.

Semplificazione burocratica

Il provvedimento prevede una burocrazia più celere per le procedure di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica.

Alle regioni, d’intesa con gli enti locali, spetta dunque il compito di elaborare, nel rispetto degli indirizzi generali fissati dallo Stato ed entro i finanziamenti assegnati, i programmi di edilizia residenziale. Oltre al Veneto, ce si è proposta come apripista, anche la Sardegna si dice favorevole alle nuove norme e la Lombardia annuncia un intervento a breve. Secondo il presidente della regione Sardegna il piano casa sbloccherà i cantieri bloccati dal PPR dando così una boccata d’ossigeno all’economia dell’isola.

Aspre critiche arrivano invece da Emilia Romagna, Calabria, Lazio, Basilicata e Puglia, che chiedono soluzioni fatte di incentivi reali, senza un cambiamento delle regole basato su oneri istruttori a carico dei privati.

Anche l’Inu (Istituto nazionale di urbanistica) ha mostrato le sue preoccupazioni per il peggioramento della qualità morfologica e urbanistica.

Il provvedimento è stato bocciato anche dagli architetti Massimiliano Fuksas, Gae Aulenti e Vittorio Gregotti (che hanno promosso una raccolta di firme) , cui hanno aderito anche gli urbanisti Pierluigi Cervellati, Vezio De Lucia, Italo Insolera e Edoardo Salzano. Secondo gli architetti la petizione difende un’idea di città in cui territorio e architettura non dipendono dall’anarchia progettuale, irrispettosa del contesto, ma dalla civiltà e dalle leggi della comunità. A loro si oppone la visione di Stefano Boeri, secondo cui la petizione ha carattere ideologioco, ed è ridicolo opporsi per principio alla cementificazione, che è necessaria se intesa come recupero dei migliaia di appartamenti sfitti presenti in Italia.

Contraria al piano Casa anche Legambiente, che nella riduzione delle sanzioni vede un condono anticipato e il rischio di cementificazione del Paese, col ritorno alle speculazioni che hanno creato in passato periferie squallide. L’autocertificazione a carico del progettista aprirebbe poi una nuova stagione di crolli per la mancata considerazione dei problemi di sicurezza statica.

Davanti a queste soluzioni i dubbi sono tanti e sorgono una serie di domande: Questo provvedimento sarà veramente in grado di dare slancio all’economia? O solo aprirà una nuova stagione di distruzione di massa del nostro patrimonio, stravolgendo l’assetto urbano dei nostri centri che già soffrono di abusivismo e speculazione edilizia incontrollata? Quali sono le conseguenze per un patrimonio urbano nazionale in gran parte compromesso da abusivismo e condoni?

Che conseguenze può avere un provvedimento del genere per i centri urbani della Sardegna, già caratterizzati da un’espansione disordinata e priva di controllo? Perchè non cercare di risolvere in maniera strutturale il problema dell’accesso al bene casa per quelle fasce sociali che hanno serie difficoltà ad accedere al mercato? Quanto siamo lontani dai progetti di residenza sociale degli anni ‘50, quando allora l’Italia poteva vantare interventi residenziali all’avanguardia e rispettosi del contesto!

Le conseguenze che potrà avere l’applicazione di questo disegno di legge fanno venire alla mente la scena divertentissima del film “Ae Fond Kiss” in cui un padre amplia la sua casa di Glasgow e, con l’aiuto dei figli e dei vicini di casa, distrugge interamente il giardino per incominciare a tracciare in maniera approssimata il perimetro della nuova casa che ospiterà il figlio e la sua fidanzata. L’ampliamento ulteriore del 20-30% delle abitazioni non risolve il problema di chi non ha una casa: chi già ce l’ha potrà disporre di una casa più grande. Queste nuove costruzioni “fai da te” che stravolgeranno il delicato rapporto tra pieni e vuoti, in parte già compromesso, satureranno i nostri centri urbani. Facciamo come fanno nelle favelas del Brasile, dove quasi non esistono interventi di residenza pubblica: quando la famiglia si allarga si costruiscono in tempo di record nuovi vani l’uno sull’altro!

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